Gabriella Damianakis

Sono nata a Berlino nella parte est della città. Quando ero una bambina di otto anni, ci siamo potuti trasferire con la mia famiglia, nella parte ovest passando però prima dalla Grecia, paese d’origine di mio padre. Nel 1975, in quel viaggio da Berlino est a Creta, subii uno shock culturale. La mia anima infantile fu catturata dalla selvaggia bellezza dell’isola. Dal mare splendido, dal sole bruciante e dalla vita. Da allora cominciai a sognare di vivere a Creta. Dopo quell’estate partimmo per ritornare in Germania, finalmente per Berlino ovest. Portavo dentro il ricordo del mare. L’ovest prometteva tanto. Libertà di pensiero e di muoversi, divertimenti, ricchezza e una vita “vera”. Ma quando misi piede in quel paradiso promesso, capii all’istante che non era il mio posto. Cominciai a sognare il ritorno a Creta. Era uno sfogo, un bisogno vitale per poter vivere in una realtà grigia e dura. Da allora, ogni vacanza la passai in Grecia e appena finiti gli studi decisi di andarci a vivere. La realtà cretese era più complessa di quello che mi ero aspettata. Mi sentivo come in un labirinto, circondata da tanti Minotauri pronti ad attaccarmi. Io non ero ancora preparata al confronto. Dopo sei mesi scappai e mi ritrovai in Italia. Rimasi per venti anni. Ma il desiderio di ritornarci a vivere era sempre vivo nella mia anima. Così un bel giorno decisi di tentare un’altra volta. Sapevo che non mi sarei mai arresa senza vincere la sfida per la conquista dell’isola. Arrivando a Creta ero piena di entusiasmo e ogni giorno trascorso era una meravigliosa avventura. Vicino al mare, sotto le stelle con la brezza salina sulla mia pelle mi immersi nella natura. Imparai molte cose. Ma un’esperienza che mi segnò profondamente e che si riflette in queste opere esposte, fu durante i preparativi per una festa tradizionale. In particolare l’uccisione del caprone subito dopo scuoiato. Un atto cruente e ipnotico. Provavo ad accettare tutto ciò, ma era ancora troppo difficile da naturalizzare e i fantasmi dei Minotauri erano ancora in agguato. Scappai di nuovo e mi ritrovai questa volta in Germania a Monaco. Per tre anni in una realtà completamente diversa. Protettiva, rilassante e fondamentale per la mia ricerca spirituale. Ma l’isola chiamò di nuovo. Mi offrirono un’opportunità di lavoro alla quale era impossibile dire di no. Dal 2013 sono rimasta a Creta, il posto che ritengo mio. Ho affrontato mille volte il Minotauro. Ma non scappo più. “Kill the Minotaurus”, uccidi il Minotauro, si è trasformato in “kiss”, bacia il Minotauro.